Queste parole – o piuttosto simili – me le hanno dette centinaia di allievi dei miei corsi:
“Ho scoperto che comunicare bene non significa vendere fumo; prima credevo che fosse una cosa da furbi, per manipolare la gente”.

Se una tale ovvietà per così tanti di loro è stata una rivelazione, significa che l’equivoco è molto diffuso e radicato proprio dove si hanno molte cose da dire e pochi soldi per dirle.
Questo libro è per loro (per voi!): per i comunicatori di imprese e altre organizzazioni che nella loro “missione” perseguono valori sociali, culturali, ambientali e vogliono costruire una nuova economia di relazione, sobria e
solidale. Ecco un elenco non esaustivo:

Sul territorio

• agricoltori biologici, agriturismo
• mercati e organizzazioni di vendita diretta, gruppi d’acquisto solidali, cooperative di consumo
• piccola distribuzione organizzata, anche via web
• ristoranti a km 0, con l’orto, biologici
• operatori del turismo consapevole ed ecologico

Nelle istituzioni

• enti pubblici, piccoli e medi Comuni, singoli assessorati di quelli maggiori
• biblioteche, ludoteche, centri anziani
• associazioni e Onlus impegnate in prevenzione, solidarietà, integrazione, recupero sociale
• teatri ed enti teatrali locali
• parchi e oasi naturali, guide ambientali
• eventi culturali, fiere, festival

Nell’economia sociale e welfare atipico

• cooperative sociali piccole e medie di tipo A e B
• imprese non profit in altra forma societaria
• cohousing, cooperative di abitanti, autocostruzione
• circoli, centri sociali, luoghi di socialità, co-working
• locali privati con valori di tipicità, creatività, identità
• terapisti delle medicine alternative
• luoghi di meditazione, yoga, terapie corporee, shatzu
• erboristeria: produzione, distribuzione e vendita

Nell’artigianato manuale e creativo

• artigiani che perpetuano vecchie produzioni
• sartoria, critical fashion, artigianato calzaturiero,
• artigianato creativo del riuso
• artigianato digitale
• uso creativo di tecnologie digitali per la manipolazione dei materiali (taglio laser, stampanti 3D…)
• formatori in discipline diverse: ballo, cucito, cucina, autoproduzione, benessere…

Nelle piccole imprese culturali

• singoli artisti
• gruppi culturali, artistici o di divulgazione scientifica
• piccoli editori e microeditori cartacei e digitali
• compagnie e spazi teatrali, animatori drammaturgici
• orchestre, band, compositori
• scuole popolari di musica, cinema, teatro
• gestori di cinema d’essai, cineforum e simili
• videomaker
• tecnologie audio e video di produzione e post-produzione
• service per lo spettacolo

Nelle vecchie e nuove tecnologie energetiche e di mobilità

• bio-architetti, progettisti di efficienza energetica
• E.S.C.O., installatori di energia rinnovabile
• mobility management
• servizi di carsharing, bikesharing, pony express in bicicletta, ciclofficine

Nella democrazia di base

• gruppi di attivisti politici
• associazioni
• movimenti

Questo libro serve quindi in definitiva alle cosiddette “organizzazioni con motivazioni valoriali”.