Serve lealtà tra chi vende e chi compra

Qualche decennio di spavalderia anti-etica nel nome del busines is business, ha declassato il tema della lealtà nel dominio delle ingenuità e dell’idealismo.
Invece dai tempi in cui la prima nave fenicia buttò l’ancora è l’elemento statutario nella storia del commercio.

Propongo due metafore: l’esca che seduce il pesce e la corolla di un fiore che seduce l’insetto impollinatore.

In entrambe c’è qualcosa di buono (cibo, colore, profumo) che attira con un premio.

Nel primo caso c’è l’esca studiata per essere piacevole: un odore che piaccia al pesce, un colore e un movimento che lo attiri; sotto l’esca c’è l’inganno. Se vince il pescatore il pesce prede e viceversa, molti di voi avranno già letto della “teoria matematica dei giochi” che analizza questa situazione tra vincente e perdente. Matematici ed economisti distinguono i giochi cooperativi e quelli non cooperativi; il concetto è semplice, se perdere vale meno uno e vincere vale più uno, il gioco tra pescatore e pesce è sempre a somma zero. Come una partita di calcio.

Nel caso del fiore c’è un criterio di lealtà: l’insetto gode di una piacevolezza assoluta di cibo, colore, profumo…; non muore di questo, anzi ci campa e probabilmente gode di un piacere supremo che in noi assommerebe quello sessuale, gastronomico, estetico, olfattivo, cromatico e chissà quanti altri. Non fa altro tutta la vita e ci fa pure le scorte per l’inverno. È un gioco “a somma diversa da zero”: o entrambi vincono o entrambi perdono.

Pare che la base della teoria fosse stata formulata dal matematico Jhon Forbes Nash (quello di “A Beutiful Mind”) quand’era giovanissimo studente, per corteggiare con successo le ragazze del campus. Come dei fessi tutti i maschietti facevano il cascamorto con la più carina, come se fosse un gioco a somma zero: come è facile immaginarsi perdevano tutti, lei non ci stava e le altre fanciulle, naturalmente, preferivano ragazzi di altre facoltà. Era un gioco a somma diversa da zero.

Noi ci muoviamo in un ”mercato” diverso dalle ragazzine del college, ma quasi sempre facciamo lo stesso errore, agendo competitivamente dove serve collaborazione, cooperazione e sinergia. Se vi interessa approfondire, studiate “Teoria dei giochi” su Wikipedia.

 

Uno vince e uno perde

Gioco a somma zero

Esca appetitosa:
seduzione manipolatoria
Trabocchetto

La trasparenza è un difetto

Bello non è buono

O vincono entrambi,
o perdono entrambi

Gioco a somma diversa da zero

Fiore (colore, profumo…)
seduzione piacevole
Lealtà

La trasparenza è un vantaggio

Bello è buono