“Non è possibile fare la guerra in questo schifo!”
nel film Lebanon, pronunciata da uno dei militari nel tank

Volantini contro televisione

Ho già usato la metafora dei “partigiani della comunicazione”. Merita alcuni approfondimenti.
Pensate ai partigiani veri, coi loro fuciletti, quando vincevano sui panzer tedeschi per agilità fisica, mentale e logistica. Voi dovete competere, con qualche foglietto in bassa tiratura o con un blog fatto in economia, contro l’impero della televisione, che prende almeno 3 ore al giorno al 95% di noi italiani, manipolando il concetto di “normalità”, l’idea del mondo e la stessa immagine che ciascuno ha di se stesso.

La forza della TV non è la sua potenza di fuoco

La forza del carrarmato sembra tutta nel suo cannone, ma ovviamente non è nella capacità di offesa ma nella sua inespugnabile corazza di difesa che fa rimbalzare le pallottole dello schioppo. Però la corazza lo rende pesante, miope e lento di riflessi.
La TV sembra leggera ed agile perché viaggia via etere e ci nutre di effimero; in realtà è un pachiderma obeso, vecchio e ripetitivo.
In Rai e in Mediaset (se non mi credete, chiedetelo a chi ci lavora) un buon 70% dello sforzo mentale è dedicato a sopravvivere negli equilibri di potere interni.
Il 20% è dedicato a tentare capire cosa succede fuori: i sensi del pachiderma sono approssimativi. I numeri ( share, ascolto medio, auditel…) ormai sono una “non-sineddoche”, cioè un frammento che non somiglia affatto al tutto e ti lascia intuire che le cose importanti avvengano fuori dal periscopio, come i visori del tank nel film Lebanon.
Resta un 10% di tutta la fatica erogata per cercare di fare il proprio mestiere, ma coi riflessi lenti in un medium che, invece, per fare cultura di massa in una società che cambia in fretta, dovrebbe essere rapido e sperimentale. È evidente che il risultato tende ad essere ripetitivo, prevedibile: la clonazione dei format, propri o altrui: quelli che hanno funzionato e che quindi si presume funzioneranno all’infinito.

La prepotenza è goffa per sua natura

Nei golpe degli anni ’60 e ’70 si usavano ancora i carri armati: un solo carro armato può sterminare una piazza piena di manifestanti, ma anche allora bastava scappare nei vicoli stretti o lanciare qualche bottiglia di benzina da una finestra: agilità mentale e logistica. Lo si è visto recentemente nella cosiddetta “primavera araba”, dove ha fatto irruzione la crossmedialità telefonino + internet.
La prepotenza fisica militare fa male, può provocare enorme dolore, tuttavia è goffa e miope per sua natura. Infatti la prima cosa che facevano i carri armati in un golpe, prima ancora che prendere il parlamento, era prendere la televisione.

Vuoi un altro cucchiaino di questa deliziosa merda?

Dagli anni ’80 con la tv commerciale è diventato molto più facile controllare il consenso: telenovele, sport e qualche bella figliola che danza discinta; fa tutta un’altra impressione qualche natica nuda, rispetto al sangue sull’asfalto. È più gradevole perché te ne stai in poltrona; col corpo stravaccato e sonnacchioso, il cervello rumina tutto quello che gli danno.
La prepotenza comoda, di cui la vittima in pantofole è inconsapevolmente complice, è meno goffa? Dopo trent’anni di questa televisione forse sarebbe il caso di dire di sì: ad esempio per la rappresentazione del femminile che spregia il corpo delle donne ed il cervello degli uomini. Però affermarlo sembra un po’ “vetero”: generico, velleitario; anche bigotto. Perché?

Mediocrazia è una parola ambivalente: potere dei media e potere dei mediocri. Sicuramente è un potere che si basa sulla scarsa reattività, sulla non indignazione. Passioni timide, uggia facile, pregiudizi su tutti e su tutto: dal buon senso si è passati al cattivo senso comune: è un prodotto di marketing pianificato a tavolino e ha regole facilmente riconoscibili (il piacere di spararla grossa, il compiacimento pseudo-trasgressivo delle parolacce, i litigatoi pseudopolitici,…).
Mediocri-mediatiche le regole, i valori e i modelli di organizzazione. Per non parlare dello spessore umano degli attori. Il culo che ha governato il Paese per vent’anni non è quello della ventenne che si dimena davanti alla telecamera, né l’isomorfa faccia di molti politici; è il nostro, sul divano.

Disintossicarsi

Quando un partigiano conquistava un carrarmato, non se ne impossessava anche se, apparentemente, sarebbe stata la soluzione per pareggiare la potenza di fuoco.
Invece ci buttava una bomba a mano, si limitava a metterlo fuori uso, perché avere un carro armato significa dipendere: dal carburante, dal munizionamento, dalle strade, dai ricambi… insomma perdere l’agilità di chi sta sulle montagne.
Analogamente per voi avere uno spazio in TV o trovare un grosso budget per fare la grande pubblicità potrebbe sembrare una soluzione per pareggiare la potenza di fuoco. Invece creerebbe dipendenze: logistiche, tecniche e professionali in un sistema fatto per permettere ai pesci grossi di mangiarsi te e tutti quelli come te.