Se stai leggendo qui, probabilmente la tua organizzazione un nome ce l’ha già. Ma si dà un nome anche ad eventi, prodotti, negozi, festival, libri, partiti…
Serve un nome facile da ricordare e che non somigli a quello dei concorrenti; serve fin dall’inizio: per pubblicizzare un nome sbagliato occorre spendere cinque o dieci volte di più, a parità di risultato.
Se poi di pubblicità proprio non ne vuoi fare, ti serve un nome che “stia bene in bocca”, se no impedisci il passaparola.
In gergo “battezzare” un’azienda si chiama naming. Una delle poche parole del marketing tradizionale che reputiamo molto utili.
E’ impegnativo, è giusto metterci molto tempo.
Se apri le pagine gialle vedrai che quasi metà dei nomi sono sigle incompatibili con la memoria umana; l’altra metà sono così ovvi e prevedibili che si somigliano tutti.
Ma, almeno, nelle pagine gialle ci sono le categorie: se hai una pizzeria e l’hai chiamata “Bella Napoli” come altre ventisette nella tua città, almeno non rischiano di ordinare una pizza all’elettrauto.
Oggi addio pagine gialle, c’è internet. Con un nome generico e internet male integrato agli altri media, grazie ai motori di ricerca, puoi ottenere il vero colpo di genio dell’autolesionismo: fare pubblicità pagante per mandare il tuo cliente a un’altra pizzeria.
Scegliete un nome in cui non si capisce cosa fate
È come fabbricare scale e chiamarsi ciabatte. Coltivate melanzane? chiamatevi “il colore viola”. Costruite chitarre? chiamatevi “touch my keyboard”.
Scegliete un nome difficile da ricordare
Un nome dev’essere adesivo, appiccicarsi in mente, invece non vi immaginate quanti nomi di aziende sono stati scelti dai commercialisti! Li considerano una propaggine del codice fiscale, poi uno deve lavorare tutta la vita per un’azienda con un nome così! Si tratta a volte di sigle con sonorità di virtuosismo futurista, ad esempio con tre o quattro consonanti a raffica, meglio se gutturali; così quando rispondete al telefono sembra che abbiate problemi di catarro.
Scegliete un nome che somigli a tanti altri
Se andate alla pizzeria Bella Napoli o al ristorante cinese La Grande Muraglia, magari vi trovate benissimo, il problema è se vi trovano quelli che invitate a cena.
Voi la ricordate non per il nome, ma per il posto con cui si colloca nel territorio, ma immaginate di dire a un amico: ci troviamo alle 9 a Milano alla pizzeria “Nome Banale”. Dovete arricchire l’informazione di dati sostitutivi (e sottolineo sostitutivi, non supplementari, un nome banale è come non avere nome), diventa “la pizzeria di via Savona prima del benzinaio venendo da Piazza Friuli”. Se quei dati lui se li deve cercare col telefonino su internet, o alla vecchia maniera sulle pagine gialle in un bar, lo troverete alle undici di sera in chissà quale autogrill a mangiare un panino.
Scegliete un nome da mass market
Questo è un errore ostinato e patologico: quanti bravissimi coltivatori, bioarchitetti, artigiani alternativi, installatori di energie pulite… scelgono un nome che suona come quello delle aziende “vere” perché non vogliono “sembrare troppo di nicchia”.
L’informazione si basa sulla differenza, noi dobbiamo e vogliamo essere diversi, riconoscibili come un cavallo in un gregge di pecore! Se siamo piccoli e deboli non possiamo non esserlo.
Invece abbiamo l’agriturismo biologico “Modern Resort”, l’installatore “Solar Business” e via dicendo (sono nomi di fantasia, ma devo andarci piano perché qualcuno che si chiama così probabilmente c’è davvero). Risultato: tanti onesti lavoratori rischiano darsi un’immagine falsa e artificiosa, come le osterie quando si mettono l’acca davanti.
Scegliete un nome che non vi somiglia
Guardatevi allo specchio; io ad esempio sono un cinquantasettenne cicciotto con la barba. Non potrei chiamarmi Pierino, Giamburrasca, Pippi Calzelunghe, neanche Maciste o Ursus… Eviterei anche Casimiro, Uboldo, Giovangiulio, Oronzo, Pierferdinando… e anche Fido, Fuffi, Miumiù, Chita; viste le dimensioni della mia pancia neanche Spillo, Pipino, Anguilla… visto che penso sempre a lungo neanche Fulmine, Schizzo o Saetta, a meno di non giocare sul paradosso. Potrei chiamarmi con un nome femminile? il 50% dei nomi propri di persona mi darebbe qualche complicazione. Potrei continuare a lungo, i nomi sbagliati sono infiniti. Quindi l’ autolesionista ha ricche combinazioni di errori che moltiplicano reciprocamente gli effetti nocivi: per me un nome femminile da quadrupede magrolino molto veloce. Per la tua azienda, il tuo libro, il tuo prodotto…?
La domanda è ovvia: se per battezzare una persona è un’evidente stupidaggine, perché succede cosi spesso per le organizzazioni?
Inventare un nome non è facile; per giunta difficilmente un nome vi assomiglierà al 100% (il significante non è il significato).
Come fare a non sbagliare? Ne parleremo nei prossimi libriccini, ma intanto ecco il consiglio basilare: fatevi aiutare da qualcuno fuori dal vostro labirinto delle scelte; voi ci pensate mesi o anni, fatalmente il vostro ragionamento può diventare involuto o tortuoso, invece la sensazione che dà un nome è immediata e diretta. Quindi chiedete ad amici e conoscenti “se ti dico questo nome cosa ti fa pensare?” Se il nome della vostra gelateria fa pensare a un’azienda di saponette, cercate un nome diverso.
Fate giochi di parole prevedibili o multipli
Ad esempio quelli che finiscono in -mente: il primo era carino, ma quando ne vedi cinquanta all’anno da vent’anni… Si sa che quando fai ridere qualcuno, ottieni la sua simpatia. E se non lo fai ridere, cosa ottieni?
Questo esempio è vero, ma i dispetti si fanno agli amici: mi hanno chiamato a fare un corso che si chiama “Ecomunicattore”. Un gioco di parole può essere efficace ( se evitate quelli abusati) ma non tre o quattro insieme.
Per scoprire se un gioco di parole è inflazionato, basta un quarto d’ora su Google.
Ad esempio sono terminati (mi sembra) tutti quelli che hanno dentro la parola “bio”; son stato settimane a cercarne di nuovi e non ho inventato niente che non fosse già trovato. Ma ho archiviato pagine e pagine di idee mediocri e sconsigliabili che, temo, qualcuno scoprirà e userà.
Innamoratevi di un nome prima di aver verificato se è libero
Dovreste scegliete una decina di idee e cominciare a vedere se è libero il nome su internet (vedi la prossima pagina) e se su Google appare qualche omonimo o qualcuno che somiglia.
Se un nome vi piace tanto da convincervi prima di aver fatto queste operazioni, attenti: forse vi state facendo un danno che vi porterete dietro tutta la vita.